15 ago 2013

52molesweekproject: 28/52 - Pensieri di società Parte I - Il singolo


04 ago '13
Di base le persone, tutte le persone, sono disinteressate. Non gliene frega niente di (...omissis...) interessarsi alla comunità o rendersi partecipi in prima persona alle attività. Se non trascinate dal gruppo.

(...continua...)

Commento:
Per riportarmi alla pari con i post del 52molesweekproject (ultimamente i post venivano pubblicati non proprio regolarmente) ho deciso di pubblicare estratti di questo lungo pensiero sulla società scritto in una calda giornata estiva all'ombra di una pianta.
Gli appuntamenti monotematici saranno in totale cinque, quattro dei quali saranno pubblicati da qui alla fine della settimana (questa settimana è la settimana del 31esimo post del 52molesweekproject ). La conclusione sarà pubblicata il sabato successivo. Ovviamente pensieri, critiche apprezzamenti sono sempre graditi...

3 commenti:

  1. ...non per nulla si dice... "L'unione fa la forza..."

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    1. E' vero, l'importante che tale affermazione non venga utilizzata per acquisire diritti che non si hanno: banalmente equiparabile all'affermazione "un uomo senza pancia è come un cielo senza stelle" per giustificare il sovrappeso del marito...
      PS: potrebbe scocciare ma ho tolto la pubblicazione di commenti anonimi in quanto mi farebbe piacere poter dare un nome all'interlocutore. Potete registrare o lasciare commenti con i moltplici profili dei social più famosi. Grazie

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  2. Qui non mi trovi del tutto d'accordo caro Mach. L'uomo non è, "di base", un animale strettamente individualista: tende da migliaia di anni ad organizzarsi in gruppi, tribù, clan, da quando cioè ha capito che il gruppo favorisce la sopravvivenza ed il benessere. Che poi sia facile organizzare e gestire il gruppo, questo è tutt'altro paio di maniche. Il modo che ha da sempre riscosso più successo è stato quello dell'imposizione di un leader (religioso come il Papa e simili o politico, re imperatore zar duce presidente del consiglio fa lo stesso, oppure territoriale o familiare come i capiclan o i capitribù). L'uomo funziona meglio in gruppo, e la sua partecipazione è direttamente proporzionale a quanto abbia compreso e assimilato questo concetto. Che da noi (Italia) non viene insegnato da nessuno, nè al catechismo, nè a scuola, nè sul lavoro. Se si è molto fortunati ce lo spiegano in famiglia, o alla scuola guida (davvero, per me l'insegnamento del "se tutti rispettiamo i nostri doveri e i nostri diritti - CHE SONO GLI STESSI PER TUTTI - non ci cozziamo e non ci facciamo male" della scuola guida è uno dei più alti esempi tangibili di democrazia vera), o se si è un pò svegli e onesti lo si capisce da soli col tempo. Ma tutto quello che ci insegna oggi la politica, la religione (forse, con quest'ultimo Papa, ma dico forse...), la tv, i giornali, l'economia, il lavoro, la musica perfino, è l'ipocrisia. E l'ipocrisia e l'egoismo sono il peggior nemico della democrazia e dell'uguaglianza. Per questo il cittadino medio butta le carte per terra, parcheggia in doppia fila, evade le tasse, si fa raccomandare, e quel che è peggio pensa che sia giusto così. Nessuno gli ha mai spiegato che fuori dal suo giardino non c'è il nulla, ma c'è altro giardino da curare, quello di tutti, che non è meno suo di quello all'interno del recinto. Non è la natura Massimo, è l'educazione, e per questo stesso discorso l'educazione non si ferma all'individuo, intendo dire che educare (anche se ammetto che suoni brutto mettersi nella posizione di educare gli adulti, bisogna metterci molta molta umiltà - altra cosa che purtroppo non va più di moda da troppo tempo) non deve essere responsabilità "degli altri", come sempre, ma un pò anche nostra.

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